Fa 50 anni l’Alfetta, un mito tra il cinema e la strada, il modello dell’Alfa Romeo ha segnato la storia automobilistica.
Nasce durante la primavera del 1972, nelle concessionarie l’Alfetta. Una macchina che sarà storica, una berlina sportiva che sarà protagonista nei grandi schermi, soprattutto poliziotteschi con Maurizio Merli.
Sviluppata nel Centro Stile Alfa Romeo diretto da Giuseppe Scarnati, ha avuto il suo fenomeno attraverso le linee tese e spigolose che la facevano unica, con un motore unico, meccanica all’avanguardia e una straordinaria cura nella creazione. Il motore era un quattro cilindri 1.8 di 122 CV che arrivava a toccare oltre i 180 km/h. Peso di 1000 kg, in circa 4,28 metri di lunghezza. L’auto balza all’occhio per la linea.
Le modifiche nel tempo
Nel tempo l’Alfetta ha regalato modifiche come nel 1975 con un modello dotato di motore a combustione 1.6 da 109 CV. La versione 2.0 del modello che vede l’uscita due anni dopo è completamente rivoluzionata: il frontale, è completamente nuovo, più lungo di ben 10 cm; i fari diventano rettangolari, cambiano persino gli interni.
Dopo i primi cinque anni, attorno al 1977, la vettura viene sottoposta ad una modifica quasi totalitaria. Rivoluzionati i gruppi ottici anteriori addio al doppio faro tondo per un solo proiettore rettangolare e naturalmente anche quello posteriore. Inoltre, è la prima macchina del bel paese con motore turbodiesel.
Nel 1983 nasce il modello 2.0i Quadrifoglio Oro: new era della 2.0 L, il passato si fa rivedere con i doppi fari circolari con l’elettronica della Bosch Motronic che la fa da padrone. Quest’ultima sarà ripresa in futuro da moltissimi marchi.